Civitella dei Conti


Fraz. del Comune di San Venanzo

La zona dove sono ubicate le Case Nucci è estremamente antica, già prima degli etruschi era luogo di passaggio per il transito da Perugia a Orvieto (l’antica via orvietana). Molti sono i resti (buccheri, bolli, ceramiche….) rinvenuti nei siti archeologici della zona.
Dal punto di vista paesaggistico la collina di Civitella dei Conti domina la Media Valle del Tevere sottostante, la sua altezza di 415 metri slm consente di vedere Assisi, il Monte Subasio, Perugia, Deruta e Todi.
La zona dista 5 km dalla SuperStrada E45, che taglia a metà l’intera Regione, con la quale è possibile raggiungere in poco tempo tutte le maggiori località umbre oltre che città come Firenze e Roma.
Artigianato, agricoltura e ristorazione sono gli altri elementi di forza di questo territorio a forte vocazione turistica: si possono trovare ottimi produttori di vino, di olio e tanti prodotti tipici come i salumi, in particolare “la sella di San Venanzo”. Inoltre sono presenti numerosi calzaturifici che producono scarpe su ordinazione.
Nelle immediate vicinanze di Case Nucci è presente anche La Scarzuola, conosciuta per l’antico convento dove, secondo tradizione, avrebbe dimorato san Francesco d’Assisi, e per la città-teatro, concepita e costruita nel ventesimo secolo dall’architetto milanese Tomaso Buzzi come personale interpretazione del tema della “città ideale”.

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La chiesa di Civitella dei Conti
La chiesa Santa Maria dell’Oliveto, o anche Santa Maria di Cicciano dal castello che le sorgeva vicino (l’attuale Palazzo Nucci), era fin dal secolo XIII sotto la diretta giurisdizione del monastero di San Pietro di Perugia, al quale fu confermata da Lucio II e da Gregorio IX.
Nel 1787 il monastero di San Pietro cedette in permuta i beni di questa chiesa ai Fratelli Nucci di Civitella, i quali nel contratto si obbligarono alla soddisfazione dei legati, al mantenimento degli utensili e ai piccoli risarcimenti della chiesa, riservandosi il monastero, il dominio della chiesa e il diritto di Visita.
La chiesa è situata in una posizione incantevole su una terrazza dominante la sottostante valle del Tevere, si erge a poche centinaia di metri dalle Case Nucci.
Fino ai primi decenni del precedente secolo, Civitella dei Conti usava recarsi in processione alla festa della Madonna dei Bagni  la seconda domenica dopo Pasqua (nella sua sede storica distante 20 km). L’eccessiva distanza e l’insidia di un tempo spesso instabile furono le cause che fecero cadere la tradizione. Ma quegli anni sembrarono non felici per Civitella, la grandine batté ripetutamente i raccolti e molti videro in quelle calamità un segno del cielo e un invito a far rivivere l’antica devozione. Così fu fatto ma con un compromesso: la processione non sarebbe arrivata fino al troppo lontano santuario (20 km) ma si sarebbe fermata alla chiesa Santa Maria dell’Oliveto, dedicata ora alla Madonna dei Bagni. Quindi dal 1936 ogni anno quindici giorni dopo Pasqua rivive la processione della Madonna dei Bagni e la devozione delle passate.

MADONNA DEI BAGNI

Intorno alla metà del sec. XVII un frate cappuccino camminando per un sentiero che costeggiava la vecchia arteria romana,via Tiberina (oggi E 45), adun tratto scorse tra i sassi e l’erba i resti d’una piccola tazza dal fondo basso con una foglia per manico.

Sul fondo interno della tazza una piccola immagine della Madonna con il Bambino in grembo alla Madre, l’immagine era abbastanza insolita e unica: il Bambino non seduto ma quasi genuflesso sul ginocchio sinistro, in posizione scattante e quasi insofferente della positura (seduta) tenuta fin lì, come chi si appresta ad accorrere in aiuto di qualcuno che invoca soccorso da lui e di cui lui solo sembra udire la voce.

La sua mano destra sostiene una sfera, il mondo, dove vivono gli uomini per i quali è venuto. Alla Madre, che sembra osservarlo stupita, Egli indica con la mano sinistra l’oggetto e la ragione della sua urgenza: il mondo che solo lui può salvare. Il devoto frate, non volendo che la piccola tazza con la sacra immagine restasse in terra, esposta al rischio d’essere calpestata e magari frantumata dagli zoccoli degli animali, la depose delicatamente su una giovane quercia.

Una sistemazione precaria che non poté durare; difatti la tazza cadde ancora e forse anche più volte, finché un giorno un merciaio di Casalina, di nome Christofono, la fissò solidamente alla quercia. Avvenne poi che nel marzo del 1657 la moglie di Christofono, si ammalò gravemente fino a ridursi in fin di vita.

Il pover’uomo, decise di recarsi dinnanzi alla quercia e all’immagine di Maria che lui stesso aveva fissato all’albero, levò alla Madre di Dio una preghiera per la guarigione della moglie. Alla sera, tornato a casa dalla fiera, la trovò perfettamente guarita e intenta ai lavori domestici. La notizia del miracolo si diffuse in un baleno. Incominciò subito il pellegrinaggio alla Quercia del Bagno, e una piccolissima cappella fu costruita in pochissimo tempo a racchiudere la Quercia e l’Immagine, tanto che l’autorità ecclesiastica si trovò costretta a interdire l’accesso alla medesima.

Contemporaneamente partì il processo che doveva stabilire se la nuova devozione poteva essere permessa o se si dovesse interdire il pellegrinaggio popolare. Un mese dopo il culto alla Madonna della quercia fu approvato, sotto il titolo di Madonna del Bagno. Il processo si esaurì in meno di un mese e il culto venne approvato. Subito riprese il pellegrinaggio alla quercia e il 28 ottobre dello stesso anno, a cappella non ancora terminata, una grande festa con la partecipazione di fedeli da tutta la valle antistante e oltre, segnò l’inizio ufficiale del culto. La cappellina si dimostrò subito insufficiente e nel 1687 era già nuova una chiesetta più grande, corrispondente, nella pianta, all’attuale.

LA MADONNA DEI BAGNI A CIVITELLA DEI CONTI

Sempre grande è stata la devozione della popolazione di Civitella nei confronti della Madonna dei Bagni. Ogni anno nella seconda domenica dopo Pasqua la popolazione di Civitella dei Conti era solita recarsi al Santuario della Madonna dei Bagni (Casalina) partendo in processione dalla Chiesa di San Michele Arcangelo (Civitella) percorrendo così 20 km. Data la grande lontananza dopo tanti e tanti anni venne meno questa tradizione.

LA TRADIZIONE CONTINUA

Gli anni che seguirono dopo la fine della tradizionale processione non sembrarono felici per Civitella, la grandine batté ripetutamente i raccolti e molti videro in quelle calamità un segno del cielo e un invito a far rivivere l’antica devozione. Così fu fatto ma con un compromesso: la processione non sarebbe arrivata fino al troppo lontano santuario (20 km) ma si sarebbe fermata alla chiesa di Santa Maria di Cicciano.

Infatti un devoto fedele, Cristoforo Nucci, decise di restaurare l’antica chiesa di proprietà della propria famiglia e dedicarla alla Madonna dei Bagni. Quindi dal 1936 ogni anno quindici giorni dopo Pasqua rivive la processione della Madonna dei Bagni e la devozione delle passate.

CENNI STORICI DELLA CHIESA DELLA MADONNA DEI BAGNI

La chiesa Santa Maria dell’Oliveto, o anche Santa Maria di Cicciano dal castello che le sorgeva vicino (l’attuale Palazzo Nucci), era fin dal secolo XIII sotto la diretta giurisdizione del monastero di San Pietro di Perugia, al quale fu confermata da LucioII e da Gregorio IX. Nel 1331 ne era rettore don Accursio Rustichelli; nel 1472 e così pure nel 1500 troviamo che vi si esercitava cura d’anime; anzi in tal anno questa era tanto trascurata, che l’abate sospese il parroco, certo don Antonio Tudini, dal godimento delle rendite per cinque anni.

Nel 1613 questo beneficio fu conferito dall’abate al perugino Giambattista Lauri, prelato domestico di Urbano VIII. Morto nel 1629 il Lauri, l’abate nominò don Zaccaria Alvisi monaco del suo monastero, ma il Papa conferì il beneficio, come vacante in Romana Curia, a mons. Benedetto Baldeschi-Monaldi suo cappellano e uditore del Sacro Palazzo, e che fu poi cardinale vescovo di Perugia.

Questi perdette la lite intentata dall’Abate, e rinunziò tal beneficio-allora non più curato, ma semplice–in mano dell’abate stesso a condizione che per i frutti arretrati e non percepiti l’abate gli desse subito sessanta scudi, e poi una certa quantità di denari ogni anno. Nel 1736 vi fu questione a proposito di questa stessa chiesa fra l’abate e il vescovo di Orvieto, il quale in tale anno volle compiervi la Visita ed emanare alcuni decreti, che poi vennero da Roma annullati.

Il quale fatto si ripetè anche nel 1818, ma questa volta il vescovo riconobbe da sé di avere ecceduto dai suoi poteri e senza aspettare la decisione di Roma annullò egli stesso i decreti. Nel 1787a dì 23 maggio per gli atti di Vincenzo Antonini notaro, il monastero di San Pietro cedette in permuta i beni di questa chiesa ai fratelli Nucci di Civitella, i quali nel contratto si obbligarono alla soddisfazione dei legati, al mantenimento degli utensili e ai piccoli risarcimenti della chiesa, riservandosi il monastero, il dominio della chiesa e il diritto di visita

Il Lago Cesare
Le coltivazioni di tabacco hanno necessità di molta acqua. A tal proposito nel 1960 la Famiglia Nucci, ed in particolare Cesare Nucci, iniziò un’impresa per quel tempo ardua; una diga in terra alta 20 metri e lunga 100, così prese forma il lago che poi successivamente fu chiamato Cesare. 3000 m3 di acqua assolutamente pulita, in un territorio incontaminato. Carpe, Tinche e Lucci vivono serenamente in queste acque. In ogni stagione, è possibile con le canoe, circumnavigare il piccolo lago e osservare la flora rigogliosa. Sono presenti anche piccole spiagge, da cui attingere argilla benefica per la pelle.

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